Guerra al pianeta - Tra America Latina e Europa: le lotte ambientali dai tribunali alle piazze
15 novembre 2025
percorso in aggiornamento
Sabato 15 novembre il Climate Pride torna a Roma: una mobilitazione ecologista e transfemminista contro il sistema fossile che devasta territori, diritti e comunità.
Mentre i governi continuano a finanziare guerre e multinazionali del gas e del petrolio, noi costruiamo dal basso un’alleanza sociale per la giustizia climatica, la redistribuzione delle risorse, la transizione energetica pubblica e democratica, la difesa dei territori e della biodiversità.
Non c’è giustizia climatica senza giustizia sociale, né pace possibile in un mondo fondato sul colonialismo, sullo sfruttamento e sull’estrattivismo: per questo scenderemo in piazza anche al fianco del popolo palestinese e di tuttə coloro che resistono alle occupazioni e alle oppressioni. Un altro mondo è necessario e lo stiamo costruendo.
La speranza sta nell’azione collettiva.
Quest’anno la #COP30 si terrà a Belém, in Brasile, nel cuore dell’Amazzonia, polmone del pianeta devastato dagli interessi estrattivisti. Mentre lì si negozierà il futuro di tuttə senza ascoltare i popoli, noi costruiremo potere dal basso. Perché giustizia climatica significa giustizia sociale, decolonizzazione, autodeterminazione delle comunità e redistribuzione del potere.
Per questo il 15 novembre torniamo in piazza con il Climate Pride, la mobilitazione ecologista e transfemminista che unisce movimenti sociali, sindacati, collettivi studenteschi, realtà territoriali, organizzazioni per i diritti umani, reti ecologiste e comunità locali.
Sarà una street parade ribelle, musicale e artivista: corpi, voci, immaginazione politica. Perché l’ecologia senza gioia è solo greenwashing.

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