Il 31 maggio, la Scuola Di Donato a Roma ha ospitato una grande assemblea cittadina indetta dalla Rete per la Scuola Pubblica, con la partecipazione di oltre 200 persone tra docenti, genitori, studenti e rappresentanti di più di 50 realtà locali e nazionali impegnate nella formazione formale e non formale. 


L’incontro, che si è svolto sia in presenza che online, ha avuto come tema centrale la difesa e la valorizzazione della scuola pubblica, soprattutto alla luce delle recenti politiche governative che mettono a rischio l’accessibilità, la qualità e la libertà educativa.


Una scuola sotto attacco

L’assemblea è iniziata con un intervento che ha sottolineato l’urgenza di contrastare le politiche educative del governo, rivelando il contesto di attacchi continui contro la scuola pubblica. Si è messo in evidenza il tentativo del governo di trasformare la scuola in un organismo più controllato e meno democratico. È stata ribadita l’importanza di unire battaglie diverse, come quelle per i diritti delle donne e LGBTQIA+ e per l’educazione sessuo-affettiva, con quelle per le condizioni di lavoro dei docenti, tema sempre centrale nelle lotte scolastiche.

Nel corso degli interventi, è emerso che la scuola pubblica rischia di perdere la sua funzione di inclusione sociale e di democrazia, a causa delle riforme e delle politiche di austerità che favoriscono una visione neoliberista, accentuando le disuguaglianze sociali e accademiche. Le nuove Indicazioni Nazionali (IN) sono state criticate per il loro approccio elitario e discriminatorio, che svantaggia le scuole popolari e periferiche a favore di quelle delle classi privilegiate.


Strategie di mobilitazione e convergenza

I/le partecipanti hanno discusso sull’importanza di costruire una mobilitazione unitaria che coinvolga tutti i settori toccati dalla riforma della scuola pubblica, dall’università alla cultura, passando per il mondo del lavoro. È stato sottolineato che la frammentazione dei movimenti rischia di indebolire la protesta, proponendo invece una mobilitazione a tappe, con appuntamenti locali come assemblee, presidi e incontri nei territori. L’obiettivo è arrivare a una manifestazione nazionale e uno sciopero autunnale.

È stato suggerito di creare comitati di base nelle scuole per favorire la partecipazione e l’azione, portando avanti le problematiche locali in sinergia con il resto del movimento. Inoltre, si è sottolineato l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso volantinaggi e attività di sensibilizzazione, affinché il messaggio arrivi anche a chi non è direttamente coinvolto nel mondo scolastico.

 

Le proposte concrete per la scuola del futuro

Le proposte pratiche emerse hanno riguardato aspetti cruciali del sistema scolastico. È stato messo in evidenza il bisogno di promuovere alternative all’uso obbligatorio del libro di testo, supportando forme didattiche più dinamiche e inclusive, come risorse educative alternative. È stato proposto di incoraggiare pratiche pedagogiche che rispettano la libertà di pensiero, in contrapposizione alla standardizzazione che spesso caratterizza l’educazione attuale.

Inoltre, si è parlato della necessità di lavorare per una scuola che garantisca il diritto allo studio e diventi un luogo di crescita democratica e partecipazione attiva. I temi della cittadinanza, dell’educazione civica e dell’educazione sessuo-affettiva sono stati considerati essenziali per promuovere un’istruzione che rispetti i diritti di tutti, indipendentemente dalla loro provenienza sociale.

 

Il ruolo fondamentale dei genitori e della comunità scolastica

Un ampio spazio è stato dedicato al ruolo dei genitori, chiamati a essere protagonisti nella difesa della scuola pubblica. Diverse realtà locali, tra cui comitati di genitori e associazioni, hanno presentato iniziative per supportare le famiglie nel diventare parte integrante del processo educativo. È stato ribadito che la scuola non deve essere un’isola separata dalla comunità, ma un luogo di confronto, partecipazione e crescita collettiva.

È stato proposto di continuare a costruire ponti tra docenti e genitori, attraverso pratiche di resistenza e di partecipazione attiva. Un altro intervento ha evidenziato che la democrazia nelle scuole deve partire proprio dalla partecipazione di tutti i soggetti coinvolti, in particolare quelli marginalizzati, come gli studenti provenienti da famiglie con meno risorse economiche.


Il futuro della scuola: lotte e mobilitazioni comuni

L’assemblea si è conclusa con una riflessione comune sul futuro della scuola e sull’importanza di unire le forze per difendere un sistema educativo inclusivo e democratico. Sebbene la situazione attuale sia critica, è emerso che ci sono ancora spazi per la resistenza e la riorganizzazione. Le prossime mobilitazioni, previste per l’estate, si concentreranno sui territori, con un incontro nazionale a giugno per rilanciare la protesta in vista delle mobilitazioni autunnali. Come ha concluso uno degli interventi, “Non possiamo più aspettare: è il momento di scendere in piazza e lottare per la scuola che vogliamo, per un futuro di uguaglianza e giustizia.”


Qui il report dell’incontro con tutti gli interventi e la lista delle realtà che hanno partecipato.

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