Dalla Bélem della Cupula dos Povos arriva un messaggio netto: senza rompere il potere fossile e mettere al centro comunità indigene e giustizia sociale, la COP30 resta un guscio vuoto. Le lotte dal basso sono l’unico vero motore della transizione.


Abbiamo intervistato Laura Greco, presidente di A Sud, che si trova attualmente a Bélem in Brasile, per seguire i lavori della Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico arrivata alla sua trentesima edizione (COP30). A Sud si definisce un’organizzazione ecologista indipendente, radicale, orizzontale, femminista. La sua missione è indagare le cause delle crisi ambientali individuandone le responsabilità, di difendere i diritti umani, di costruire strumenti di conoscenza, consapevolezza e azione per le comunità locali. La presenza di A Sud alla COP30 in qualità di osservatori rappresenta un’occasione per comprendere cosa avviene dentro e fuori le negoziazioni, ma anche per dare spazio e voce ai territori in lotta contro l’estrattivismo e il greenwashing, per una transizione ecologica realmente giusta.


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