Dal locale al globale: la situazione in Amazzonia
Grazie al lavoro con COSPE scopriamo l’impatto della crisi ambientale e climatica in Colombia, la situazione in Amazzonia e il ruolo dei popoli custodi.
Per rafforzare conoscenze e competenze su una delle più importanti crisi della nostra epoca abbiamo realizzato strumenti didattici per indagare le trasformazioni del territorio, gli impatti dei cambiamenti climatici e le soluzioni con cui possiamo prepararci agli eventi estremi. Abbiamo pensato che uno sguardo globale potesse rafforzare la consapevolezza di appartenere a un sistema complesso e interconnesso. La crisi ambientale e climatica richiede una risposta comune e coordinata nei diversi luoghi del pianeta.
La resistenza della comunità Cofan
COSPE è a fianco dei popoli della foresta in Bolivia, Colombia, Ecuador e Brasile, nel bacino amazzonico. I progetti riguardano tutela e gestione sostenibile dei territori, promozione di economie rigeneratrici basate su prodotti non legnosi. Si difendono i diritti delle comunità e si promuove il ruolo delle donne.
Nell’ambito del progetto abbiamo approfondito l’esperienza in Colombia della comunità UKUMARI KANKHE, del popolo indigeno COFAN. La comunità si trova nel Dipartimento di Putumayo ed è proprietaria di una riserva naturale di 24.000 ettari.
La comunità UKUMARI KANKHE è parte integrante del popolo COFAN, una delle grandi nazioni indigene dell’Amazzonia. Il popolo COFAN è diffuso da secoli tra Ecuador e Colombia ed è oggi rappresentato da poco più di 2500 persone. Sono determinate a custodire la propria terra, a mantenere e trasmettere la propria cultura.
Per il Popolo Cofan la biodiversità della riserva rappresenta la vita e la cultura. La biodiversità include tutti gli esseri viventi, le piante della montagna, i pesci, i fiumi e gli animali non umani.
La Riserva Ukumari Kankhe è “l’università” del Popolo Cofan, il luogo della conoscenza e della saggezza, patrimonio culturale.
Oggi questo territorio è minacciato dall’agro-industria, dall’industria estrattiva soprattutto petrolio, dal narcotraffico e dalla crisi climatica.
Per contrastare questi fenomeni la comunità ha avviato percorsi di recupero e conservazione del territorio. Ha regolamentato l’accesso alla riserva e creato una guardia indigena per proteggerla. L’obiettivo è dichiarare la riserva patrimonio biologico e culturale dell’umanità. Vogliono anche ampliare la riserva forestale fino a 40.000 ettari.

Per approfondimenti ti suggeriamo i seguenti contenuti:
Videointervista Governatore Alveiro Querubin, popolo Cofan
Rivista COSPE, Babel: numero dal titolo “Il clima siamo noi”
O rivedere il modulo formativo numero 7 del corso docenti del progetto disponibile su Training for Change.