Strade Maestre: tornare a scuola, passo dopo passo

Con Strade Maestre la scuola diventa cammino: 1000 km a piedi tra natura e comunità. Una guida-insegnante racconta come educare camminando.


La voce di una guida-insegnante del progetto educativa Strade Maestre

L’anno scolastico passato un gruppo di ragazzi e ragazze ha camminato per lungo e largo il territorio italiano e questa è diventata un’opportunità di vita, di apprendimento, di scuola. Precisamente il progetto in questione è Strade Maestre (SM), un progetto educativo che propone a chi frequenta gli ultimi tre anni delle scuole superiori di seguire un anno scolastico in cammino, accompagnati da Guide Ambientali Escursionistiche, che svolgono anche il ruolo di insegnanti, segua a piedi un percorso di oltre 1000 km.

Per la sezione Voci dalla scuola abbiamo intervistato Marika Sacchi, dal 2006 docente di Tecnologia nella scuola secondaria di 1° grado (in provincia di Reggio Emilia). Dal 2021 Guida Escursionistica Ambientale socia AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche). Dal 2022 Conduttore di Immersioni in Foresta socia TeFFIt (Terapie Forestali in Foreste Italiane).
L’anno scorso ha partecipato per brevi tappe al progetto educativo SM, quest’anno prenderà parte alla nuova edizione del progetto per un periodo più lungo.

 

  • “Essere in cammino” per un anno con SM. Che cosa accade quando l’inizio della scuola (e anche il resto dell’anno scolastico) procede concretamente “passo dopo passo”?

È come una costruzione che prende forma piano piano e che parte dalle fondamenta!
Iniziare la scuola in cammino per me significa questo, e mi riferisco principalmente alle relazioni, alla costruzione del gruppo.
Si definisce, passo dopo passo, anche la progettazione di dettaglio. Si parte con una struttura progettuale generale, flessibile e adattabile rispetto agli eventi che si presenteranno strada facendo, una progettazione che all’occorrenza potrà subire modifiche in corso d’opera.
Stare assieme giorno dopo giorno, apre a tempi di dialogo e ascolto. Le esperienze (individuali e collettive) vissute sono consolidate con i momenti riflessivi e di condivisione. Il cammino è un percorso di crescita, nel quale ci si forma reciprocamente.

  • Cosa significa essere guida-insegnante per SM? 

La guida-insegnante è una persona, prima di tutto, una persona che fa parte di un gruppo, la guida-insegnante è un componente di questa “famiglia”: mette a disposizione il proprio vissuto, la propria formazione, accompagna, stimola, si confronta, trova strategie. In cammino, stando in contatto 24 h su 24, c’è la possibilità di dare il giusto spazio all’ascolto. Tutto questo è quello che ho visto in atto in SM-anno 0.
Essere guida-insegnante è qualcosa che si sviluppa nel tempo, con l’intento ultimo di far emergere le caratteristiche peculiari di ciascun ragazzo e ragazza.
È un accompagnare alla ricerca della “propria strada”, o forse è meglio dire, ci si accompagna nel trovare ciascuno la propria strada, il processo è reciproco.

  • SM propone una scuola che non è separata dalla vita, bensì integra questi mondi. Come si trasforma la scuola quando si apre alla vita quotidiana e al territorio che la circonda?

SM si apre al territorio, alle persone che vivono il territorio, alle loro storie… diventa costante occasione di confronto reale. La realtà offre scenari/stimoli molteplici e questa condizione permette di sviluppare la capacità di scegliere: “Cosa devo/voglio scegliere?”. 

Ciò significa “imparare ad ascoltarsi” in ambienti altamente variabili. 

  • Il filosofo David Abram parla di crisi ecologica come di una crisi della percezione, una crisi della maniera in cui sperimentiamo con i nostri corpi animali suoni, odori, il mondo attorno a noi. Sembra che non percepiamo più le foreste, le montagne, i fiumi come viventi quanto noi. In che modo un progetto educativo come SM può aiutare a riattivare questa sensibilità e a costruire un’identità ecologica?

SM attraverso la pratica del cammino permette di toccare, di vivere luoghi di vario tipo. Il cammino è lento, quindi non è solo un “attraversare”. Si entra in diretta relazione con l’ambiente circostante, con i ritmi lenti del cammino i sensi trovano il loro giusto spazio. Si colgono i dettagli, quelli che di solito sfuggono quando i ritmi sono accelerati. 

La pratica del cammino porta consapevolezza di essere Natura e prendersi cura, tanto di sé quanto di ciò che ci circonda. Se si prende consapevolezza di essere uno dei molteplici organismi che popolano questo mondo, ci si accorge del significato che ognuno ricopre e della sua importanza.

Camminare significa ascoltare, stare, accorgersi, sentirsi per sentire l’altro.

  • Se dovessi proporre alla scuola pubblica un piccolo passo verso “una scuola in cammino”, quale potrebbe essere il tuo suggerimento o i tuoi suggerimenti?

I miei suggerimenti sono ciò che vorrei riportare nella mia scuola… Finora ho realizzato cammini di un giorno e nello specifico ho scelto tappe di cammini che appartengono al territorio della mia scuola o limitrofi, calibrando il percorso sulle specificità del gruppo.

Nella primavera del 2023 ho portato una mia classe lungo una tappa della Via Francigena nel parmense (da Collecchio a Fornovo attraverso il Parco Fluviale del Taro – corrispondente ad una parte della tappa denominata 19bis). Vesciche ai piedi e altri “intoppi” hanno accompagnato il nostro percorso di un giorno, è stato oggettivamente faticoso, ma la soddisfazione finale enorme per tutti. 

L’anno successivo, la stessa classe si è cimentata in un nuovo percorso, leggermente più corto in termini di lunghezza, ma più impegnativo per il dislivello affrontato, si tratta del Sentiero dei Partigiani n° 5 da Bettola a Casina in provincia di Reggio Emilia (che ricopre in parte una tappa del Cammino di San Pellegrino).

Il mio suggerimento, dunque, è iniziare con una tappa di un cammino … l’importane è iniziare a camminare. Poi un cammino tira l’altro, una tappa tira l’altra, partendo dal proprio territorio, perché conoscere il proprio territorio significa scoprire la propria comunità.

Camminando insieme e per lunghi tratti, si apprende il concetto di “essenzialità” (a partire dalla preparazione dello zaino), si impara ad essere solidali e si valorizza l’atto del ringraziare per ogni incontro che avviene lungo il percorso.

Strade maestre

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